20 Giugno 2012
Dal Produttore al Consumatore

In merito alle recenti notizie apparse sui quotidiani lucani circa le lamentele delle rappresentanze della Confesercenti materana circa l’enorme successo ottenuto dal mercato di Campagna Amica tenutosi in occasione dell’assemblea della Coldiretti di Basilicata presso il teatro Duni, appare quanto mai necessario chiarire alcuni aspetti che evidentemente sfuggono ai vertici delle rappresentanze del commercio.
La vendita diretta dei prodotti agricoli è sancita dal ai sensi dell'art. 4 D.lgs. n° 228/2001 e s.m.i. e  art. 19 Legge n° 241/90 e s.m.i. nonchè dalla  Legge 122/2010, ed è riservata agli imprenditori agricoli. Nella fattispecie il giorno 16 giugno 2012 è stato effettuato un mercato di Campagna Amica regolarmene autorizzato dall’Amministrazione Comunale e per il quale è stata richiesta ed ottenuta regolare “segnalazione certificata di inizio attività  di vendita diretta di prodotti agricoli”.
Le recenti statistiche ci indicano che un italiano su due (52 per cento) ha acquistato almeno una volta direttamente dal produttore agricolo, la forma di distribuzione commerciale che ha registrato la maggiore crescita nel 2011 battendo nell'alimentare negozi, hard discount e ipermercati.
Secondo una analisi della Coldiretti, per acquistare alimenti le famiglie lucane spendono in media 480 euro al mese che finiscono per il 60 per cento alla distribuzione commerciale, per il 23 per cento all’industria alimentare e solo per il 17 per cento all’agricoltura. I prezzi aumentano in media quasi cinque volte dal campo alla tavola e  esistono, dunque, ampi margini da recuperare, con più efficienza, concorrenza e trasparenza, per garantire acquisti convenienti alle famiglie e sostenere il reddito degli agricoltori in un momento di difficoltà economica.
Coldiretti è impegnata nella realizzazione di una rete di ventimila mercati degli agricoltori firmati “campagna amica” dove acquistare direttamente prodotti provenienti dagli allevamenti e dalle coltivazioni italiane per combattere la moltiplicazione dei prezzi dal campo alla tavola, garantire la sicurezza a tavola e smascherare il finto Made in Italy. Il prodotto agricolo “cento per cento italiano” senza trucchi, firmato dagli agricoltori, è offerto attraverso la più estesa rete commerciale nazionale che coinvolge duemila mercati di campagna amica e duemila punti di vendita delle cooperative, mille dei consorzi agrari, cinquemila agriturismi e diecimila aziende agricole, e coinvolge anche la rete della ristorazione a chilometri zero e la distribuzione che intenderà partecipare.
Accorciare la filiera, assicurando ai consumatori una spesa sicura, di qualità ed al giusto prezzo, è anche una occasione per far conoscere e divulgare i veri sapori della tradizione locale, imparando a riconoscerli all’interno di tutte le altre forme di vendita senza cadere nell’inganno del falso made in Basilicata.
Coldiretti Basilicata è fortemente impegnata sul fronte della “filiera corta”, che rappresenta un tassello fondamentale del proprio progetto per una “filiera agricola tutta italiana, firmata dall’agricoltore”, che punta a far giungere sul mercato prodotti al cento per cento italiani, direttamente dagli imprenditori agricoli.
Il successo della Bottega di Campagna Amica di Matera è la testimonianza con i fatti che la rete di vendita diretta è una realtà con la quale anche gli esercenti debbono iniziare a considerare.
In merito al presunto danno occorso ai commercianti della vicina Piazza Ascanio Persio, ci corre l’obbligo di ricordare che se i consumatori hanno premiato la vendita diretta degli agricoltori il motivo è da ricercarsi nella qualità, nel prezzo e particolarmente nella certezza dell’origine specificatamente del territorio lucano, tutti elementi che hanno fatto la differenza orientando la scelta in favore del mercato di Campagna Amica di Coldiretti.
La proposta che ci sentiamo di rilanciare agli esercenti di Matera è quella di avviare una seria collaborazione finalizzata a valorizzare i prodotti agricoli lucani acquistati direttamente presso le imprese agricole piuttosto che polemiche sterili che non creano alcun valore aggiunto.