10 Febbraio 2014
DANNI DA FAUNA SELVATICA

Sempre più insostenibile e costosa la convivenza sul territorio lucano tra agricoltori e fauna selvatica, la cui consistenza numerica ha raggiunto livelli davvero preoccupanti, tali da non poter essere più tollerata, e la tensione nelle campagne continua a crescere.
I danni causati all’agricoltura e alla zootecnia da alcune specie di fauna selvatica o inselvatichita (lupi e canidi, cinghiali) hanno assunto dimensioni notevoli; il fenomeno è da ritenere una vera e propria emergenza. Inoltre, si è verificato un incremento della frequenza degli attacchi da parte di lupi e altri canidi selvatici ad allevamenti di ovini. Secondo l’Ispra i lupi si sono riadattati a vivere in zone a grande vocazione rurale e densamente popolate. Essi sono protetti dalla direttiva 92/43/CE (direttiva Habitat) che però non comprende gli altri canidi selvatici o gli esemplari ibridi: questo pone problemi di natura legale, tecnica e scientifica. Fondamentale promuovere misure di prevenzione e sostegno promuovendo bandi per investimenti non produttivi destinati ad interventi strutturali, e adoperarsi nell’ambito della PAC 2014-2020 per l’inserimento di una misura per la prevenzione dei danni e per il cofinanziamento di strumenti di gestione del rischio (assicurazioni). Bisogna inoltre predisporre una procedura di verifica e di quantificazione dei danni attraverso: procedura standard di raccolta dati; personale specializzato per l’accertamento del danno; programma di erogazione di fondi per la conservazione dei grandi carnivori. E’ anche necessario assicurare l’integrità della specie e dell’identità genetica del lupo e contestualmente la tutela delle attività agricole, dare seguito, recepire e formalizzare i piani di gestione dell’ISPRA con apposito atto, intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni locali per ridurre il randagismo. Per il Presidente Provinciale della Coldiretti di Potenza Teodoro Palermo “Coldiretti auspica procedure di risarcimento più veloci e interventi a favore dell’agricoltura che da anni sta subendo ingiustamente le conseguenze di un’inefficiente gestione della tutela della fauna selvatica sul territorio. E’ evidente, infatti, che  le imprese agricole non  sono tenute in alcun modo a dover sopportare perdite di reddito a causa della presenza di cinghiali ed altri animali nelle aree rurali dal momento che la tutela ambientale deve comunque conciliarsi con l’esercizio dell’attività d’impresa”.