7 Settembre 2015
GLI AGRICOLTORI ITALIANI AL VALICO DEL BRENNERO

Migliaia di agricoltori della Coldiretti provenienti dalle diverse Regioni hanno presidiato stamane il valico del Brennero per denunciare gli effetti dei ritardi e delle omissioni dell’Unione Europea che favoriscono le speculazioni che stanno provocando l’abbandono delle campagne con effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia e sull’ambiente.
Una delegazione della Coldiretti di Basilicata presente al presidio, guidata dal Presidente e dal Direttore Regionale della Coldiretti di Basilicata Piergiorgio Quarto e Angelo Milo, dal Presidente e dal Direttore Provinciale della Coldiretti di Potenza Teodoro Palermo e Franco Carbone, e dal Direttore Provinciale della Coldiretti di Matera Francesco Manzari.
Sotto accusa è una Europa che chiude le frontiere ai profughi e le spalanca ai traffici di ogni tipo di schifezza alimentare, sulle quali si fanno affari a danno degli agricoltori e dei consumatori. Autobotti, camion frigo, container sono stati verificati dagli agricoltori per smascherare il "finto Made in Italy", dai prosciutti ai pomodori, ma anche il commercio di surrogati e sottoprodotti che abbassano la qualità, come le polveri di latte e le cagliate da utilizzare per fare formaggi Made in Italy al posto del latte vero, senza indicazioni in etichetta.
Nel piazzale scelto come campo base all'area di parcheggio “Brennero” al km 1 dell'autostrada del Brennero – direzione sud (Austria-Italia) trattori, camper e pullman giunti nella notte. Gli agricoltori, schierati attorno al tracciato stradale, hanno fermato i camion per sapere cosa arriva e dove va a finire mentre sono stati sollevati cartelli per chiedere l’etichettatura di origine obbligatoria per tutti i prodotti alimentari: “No all’ Europa che blocca i profughi e spalanca le frontiere alle schifezze” o “Il falso Made in Italy uccide l’Italia”. Su twitter la mobilitazione può essere seguita con l’hastag #bastaschifezze.
In assenza di regole sulla provenienza e sulle caratteristiche dei prodotti, la concorrenza sleale è insostenibile con prezzi riconosciuti agli agricoltori che sono scesi al di sotto dei costi di produzione, con la drammatica chiusura delle aziende e senza alcun beneficio per i consumatori, come dimostra il dossier elaborato dalla Coldiretti.
L’iniziativa si è svolta contemporaneamente alla mobilitazione dei giovani agricoltori della Coldiretti che a Bruxelles hanno mostrato le tante schifezze spacciate come Made in Italy per chiedere un impegno più forte dell’Unione Europea.