2 Ottobre 2008
CANTINA DI VENOSA

Nei giorni scorsi la Cantina di Venosa, una delle cantine storiche della Basilicata, a cui aderiscono con 450 soci, con una produzione annua di 35 mila quintali di uva e 800 mila bottiglie, ha ottenuto la certificazione ISO 22000 che garantisce al consumatore la tracciabilità del prodotto. E’ la prima cantina del Sud Italia ad aver preso questa certificazione non obbligatoria.
«La cantina - ha detto Teodoro Palermo, Presidente della Cantina e responsabile vitivinicolo Coldiretti Basilicata – da tempo ha voluto investire su una politica di sicurezza alimentare. Le altre due certificazioni, la Brc e la Iss, sono per la grande distribuzione».
 
«In un mercato che cambia, sempre più globalizzato – ha continuato Palermo – il consumatore è sempre più attento all’etichetta, intento a conoscere dove quel vino è stato prodotto e la storia dell’azienda». Una strategia aziendale iniziata qualche anno fa. Investire sulla qualità è la filosofia dell’azienda. «Il vino – ha detto Palermo – va bevuto poco, ma deve essere di qualità perché è la nostra identità».
Il prodotto di punta è il Carato Venusio, mentre i mercati di riferimento oltre a quello regionale che ha la percentuale maggiore, quello europeo, Stati Uniti e ora anche Cina.
 
Ultimo riconoscimento sulla stampa estera, una recensione sul New York Times per il Vignali 2003. Tra le 25 degustazioni di vini aglianici, l’etichetta della cantina di Venosa è stata segnalata per il rapporto qualità-prezzo. Nell’articolo si sottolinea come questi vini spesso sono offuscati dai nomi dei noti Barolo, Chianti e Valpolicella.