12 Maggio 2008
Coldiretti: è emergenza idrica

Aumentano le difficoltà per l’irrigazione e nelle campagne del materano è sempre più crescente lo stato di agitazione. Già durante l’assemblea dei quadri dirigenti della Coldiretti Basilicata svoltasi lo scorso 8 maggio a Matera, erano emerse situazioni di criticità ed emergenze dal mondo agricolo che richiedono risposte immediate.
La Coldiretti in una lettera inviata al prefetto di Matera ha chiesto di affrontare l’emergenza e di convocare a breve tutte le parti interessate e coinvolte nella gestione dell’acqua irrigua per l’area del metapontino.
 
« In un contesto fortemente critico -  ha dichiarato il presidente di Coldiretti Matera, Piergiorgio Quarto – è da evidenziare una priorità assoluta che interessa in modo particolare tutto il territorio del metapontino il quale, nonostante gli allarmi dei mesi scorsi, in previsione della penuria d’acqua che si andava ad invasare nelle dighe, deve  constatare la completa immobilità degli enti interessati alla gestione irrigua (Consorzio di Bonifica, Eipli, Aato, Regione Basilicata,……)».
Purtroppo le inefficienze stanno già creando danni alle colture in atto insieme all’incertezza per le nuove colture.
«Ad oggi – ha continuato Quarto – non sappiamo quali sono stati gli interventi finanziati o realizzati in prospettiva di una crisi idrica e che sono stati  definiti ad un tavolo regionale appositamente costituito. Inoltre, oltre a non conoscere l’effettiva disponibilità di acqua assegnata all’irrigazione agricola, non si sa neppure come siano  stati determinati gli eventuali turni di irrigazione tra le aziende e, né si è intervenuti  per arginare la dispersione dell’acqua nelle condotte che dalle dighe raggiungono le aziende agricole (un calcolo benevolo indica un 45 – 50% di perdita di acqua)».
      
L’innalzamento delle temperature dei giorni scorsi che ha provocato stress idrico alle colture, sta creando grande preoccupazione nelle campagne. Il maggiore problema riguarda non tanto la penuria di acqua quanto l’incuria e l’immobilità degli enti gestori e programmatori e, tale considerazione fa diminuire le opportunità di concertazione ed aumenta le possibilità di conflitto tra l’agricoltura e le Istituzioni.