Entro fine anno le istituzioni dell’Unione Europea dovranno decidere che fare e quale budget finanziario assegnare alla Nuova PAC (Politica Agricola Comunitaria). L’Italia non ha ancora definito la proposta da presentare al tavolo di Bruxelles. È uno dei temi emersi dal Convegno “Il Futuro delle Politiche Europee per l’Agricoltura e le aree Rurali”, organizzato da Coldiretti Basilicata per discutere della PAC 2014-2020, di vitale importanza per lo sviluppo del settore agricolo nazionale. Urge, quindi, un tavolo condiviso in cui amministratori regionali, politici nazionali, europarlamentari e rappresentanti delle associazioni di categoria, mettano a punto strategie e sinergie per lo sviluppo del futuro dell’agricoltura in Italia.
“Coldiretti si aspetta- ha affermato Pietro Sandali, Capo area economica Coldiretti Nazionale- che il budget della Nuova PAC resti invariato almeno fino al 2020. Ovviamente va meglio qualificato, in modo che i benefici siano riservati ai veri imprenditori agricoli. Non bisogna, dimenticare che gli imprenditori agricoli sono produttori di cibo e non di commodites. Partendo da questo, la Nuova Pac deve puntare a incentivare le produzioni delle aree rurali, a promuovere un’agricoltura sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale e a ridare potere contrattuale all’agricoltore puntando su una filiera corta e trasparente. È necessaria quindi una sburocratizzazione della normativa PAC atta ad accelerare i tempi di erogazione dei contributi, di vitale importanza per il bilancio delle imprese agricole.”
Dalle relazioni del Dott. Angelo Frascarelli, docente della facoltà di Agraria dell’Università di Perugia e del Dott. Donato Romano, docente del dipartimento di Economia Agraria e Risorse territoriali dell’Università degli studi di Firenze, è emerso che l’agricoltura produce beni pubblici in quanto garantisce ai consumatori europei sicurezza alimentare e qualità dei prodotti. Per questo motivo è giusto pensare la PAC 2014-2020 come un insieme di misure atte ad assicurare un reddito stabile agli agricoltori. Sono gli stessi cittadini Europei ad aspettarselo. L’aiuto della PAC non deve essere visto e inteso come parassitario ma come un incentivo per dare competitività alle imprese agricole italiane, attaccate dalla concorrenza sleale dei Paesi in via di sviluppo e non solo.
Tema scottante della tavola rotonda, a cui hanno partecipato Vilma Mazzocco, assessore all’agricoltura della Regione Basilicata, Piergiorgio Quarto, presidente Coldiretti Basilicata, Pietro Sandali, capo area economica Coldiretti Nazionale, Paolo Russo, presidente Commissione Agricoltura Camera dei Deputati e Enzo Lavarra, Responsabile Nazionale PD del Forum Agricoltura, è stato il rischio del “disimpegno” automatico dei fondi comunitari. Nonostante l’accelerazione che negli ultimi tempi ha subito la spesa sulle misure di investimento previste dai PSR, La Basilicata rischia di restituire 33 milioni di euro alla U.E. Alla proposta avallata da Paolo Russo di un piano unico nazionale che preveda il drenaggio dei fondi non spesi dalle regioni con minori capacità di spesa alle regioni con maggiori capacità, l’assessore Mazzocco ha risposto che le regioni non chiedono questo. Sarebbe un travaso di risorse dal Sud al Nord. Altre sono le strada da percorrere per evitare il disimpegno. La semplificazione sia delle misure per gli agricoltori sia delle procedure interne, diventa fondamentale. L’incontro ha visto anche la partecipazione di numerosi consiglieri regionali, del segretario regionale del Pd Roberto Speranza e di politici nazionali. Hanno portato il loro saluto all’assemblea il Senatore Filippo Bubbico, l’On. Vincenzo Taddei e Romualdo Coviello, presidente nazionale C.R.A.
11 Settembre 2010
COLDIRETTI: URGE DEFINIRE UNA PROPOSTA UNITARIA DEL GOVERNO ITALIANO PER LA PAC 2014-2020