Venerdì 18 Febbraio, in seguito ad un’abbondante pioggia, il fiume Agri ha nuovamente rotto gli argini e inondato i terreni agricoli compresi tra il Comune di Scanzano Ionico e Policoro. Gli imprenditori agricoli sono sul piede di guerra. Ora che si avvicina la stagione delle fragole, non è possibile che vadano in fumo ettari di raccolto per l’inefficienza della pubblica amministrazione. Purtroppo, come la recente inondazione del Sinni, anche quest’ennesimo straripamento dell’Agri, poteva essere evitato. È ormai noto che, secondo i dati diffusi dal Ministero dell’Ambiente, il 93% dei comuni lucani è a rischio frane e inondazioni. Più volte Coldiretti Basilicata ha denunciato le criticità chiedendo che venissero presi velocemente provvedimenti concreti per scongiurare il pericolo inondazioni. Il settore primario lucano non può più aspettare. È necessario che gli organi preposti si impegnino seriamente a risolvere il problema. È arrivato anche il momento che agli imprenditori agricoli, da sempre custodi morali del territorio regionale, venga riconosciuto questo importante ruolo.
“La situazione – ha affermato Piergiorgio Quarto, Presidente Coldiretti Basilicata- è ormai insostenibile. Visti i danni alle colture che causano le frequenti inondazioni, gli amministratori non possono e non devono più rimandare la soluzione del problema. È necessario che si stipulino contratti di manutenzione territoriale con le imprese agricole per la pulizia costante del letto dei fiumi e il rinforzo degli argini, in modo da preservare ettari di coltivazioni e la collettività da altre catastrofi naturali. In questo modo, all’agricoltore, verrebbe anche riconosciuto il meritato compenso per il ruolo che da sempre svolge a tutela e custodia del territorio. Urge inoltre, la messa a punto di un serio ed efficace Piano regionale di sicurezza idrogeologica da parte degli organi preposti. È inaudito continuare a mettere a rischio l’incolumità dei cittadini e il lavoro degli imprenditori agricoli per lungaggini burocratiche.”
19 Febbraio 2011
COLTURE DANNEGGIATE PER L’ENNESIMO STRARIPAMENTO DELL’AGRI