Chiaro e netto il “no agli Ogm” espresso oggi dal Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo e dall’Assessore all’Agricoltura Vilma Mazzocco nella riunione del Comitato Agricolo della Conferenza Stato Regioni. Coldiretti Basilicata plaude alla presa di posizione degli amministratori regionali che si sono opposti alle linee guida sulla coesistenza tra coltivazioni tradizionali, biologiche e geneticamente modificate. Già in occasione del convegno nazionale Coldiretti del 2 Luglio, il Presidente Vito De Filippo aveva espresso la contrarietà all’introduzione sui terreni regionali di semi OGM. Anche l’Assessore Vilma Mazzocco, in più occasioni, aveva dato il pieno appoggio alla battaglia contro gli OGM portata avanti da Coldiretti. La Task Force per un’Italia libera da OGM, dopo la riunione odierna, ha espresso il più vivo apprezzamento per la decisione di respingere definitivamente ogni ipotesi di contaminazione da OGM, affidando ad un documento politico la richiesta al Governo di avanzare in Europa una proposta chiara di esclusione dagli OGM e di valorizzazione dei prodotti territoriali di identità. A questo punto, l’attivazione della clausola di salvaguardia da parte del Ministro Galan risulta ineludibile, in attesa che a livello europeo si definisca il quadro normativo.
“Apprezziamo vivamente- ha affermato il Presidente Coldiretti Basilicata Piergiorgio Quarto- la posizione assunta dagli amministratori regionali. Coldiretti da sempre combatte affinchè non si dia l’ok alle colture OGM. Sarebbe una grave colpo per il settore primario italiano. L’omologazione delle produzioni agricole, porterebbe alla scomparsa di intere produzioni tipiche. Qualità, genuinità e sicurezza alimentare che contraddistinguono il Marchio Made in Italy, sono i punti di forza su cui far leva per il rilancio dell’agricoltura nazionale. Identità e competitività del patrimonio agroalimentare nazionale vanno difese no minate. Contaminare le nostre colture con gli Ogm, significherebbe perdere il valore del Marchio Made in Italy, già duramente attaccato dall’agropirateria. Ancora una volta, a farne le spese sarebbero gli anelli deboli della filiera agroalimentare: gli agricoltori che perderebbero ogni possibilità di acquistare potere contrattuale nella fase di definizione dei prezzi non potendo più puntare sulla qualità e la tipicità dei loro prodotti, e i consumatori che sarebbero costretti a omologarsi mangiando cibi geneticamente modificati e di indubbia sicurezza alimentare.”
30 Settembre 2010
IL Più VIVO APPREZZAMENTO AL “NO AGLI OGM” RIBADITO DALLA REGIONE BASILICATA