17 Novembre 2010
IMPORTANTE RICONOSCIMENTO PER GLI AGRICOLTORI

Dal 16 novembre, la dieta Mediterranea è entrata ufficialmente nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. Pasta, olio d’oliva, vino, passata di pomodoro, cereali, frutta e verdura, fresche o secche, pesce, prodotti lattiero caseari, carne e numerosi condimenti e spezie,  hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento mondiale. Si legge nella bozza di decisione del Comitato di valutazione :
La dieta mediterranea è un insieme di competenze, conoscenze, pratiche e tradizioni che vanno dal paesaggio alla tavola, tra cui la coltivazione, la raccolta, la pesca, la conservazione, la trasformazione, la preparazione e, in particolare, il consumo di cibo.”
Un riconoscimento prestigioso che premia quindi il lavoro degli agricoltori, in quanto la Dieta (dal greco daitia, stile di vita) Mediterranea non comprende solo il cibo, ma promuove l’interazione sociale, dal momento che i pasti collettivi rappresentano il caposaldo di consuetudini sociali ed eventi festivi. La Dieta Mediterranea, contribuisce in modo decisivo alla tutela del territorio e alla salvaguardia della biodiversità. È anche un’importante entrata per il settore produttivo italiano. Stimata in circa 200 miliardi la spesa sostenuta da italiani e stranieri per l’acquisto dei prodotti della Dieta Mediterranea con un incremento dell’export a Marchio Made in  Italy, pari al 9%.
Coldiretti Basilicata- ha affermato Piergiorgio Quarto, presidente regionale -  è orgogliosa per questo prestigioso riconoscimento soprattutto perché tutti i prodotti annoverati nella Dieta Mediterranea, sono coltivati anche dai nostri agricoltori.  Alla luce del riconoscimento universale, è giusto che anche i coltivatori lucani vedano riconosciuto il giusto valore al loro lavoro. La qualità dei prodotti deve essere riconosciuta anche dal punto di vista economico. Etichettatura chiara, tracciabilità del prodotto, sicurezza alimentare, intensificazione dei controlli sono le battaglie portate avanti da Coldiretti per debellare il furto di valore e d’identità al Made in Italy. La promozione e la realizzazione di una Filiera tutta italiana a KM Zero e i mercati di Campagna Amica, sono solo il primo passo per il rilancio del settore primario in Basilicata. La genuinità e la qualità dei prodotti lucani, dopo l’attestazione universale, può fare da volano alla ripresa dell’economia regionale. La bellezza dei paesaggi incontaminati lucani, che il lavoro dell’agricoltore contribuisce a mantenere, unita alla bontà della cucina contadina, può dare nuova linfa allo sviluppo del turismo enogastronomico regionale. I presupposti per puntare su un’azienda multifunzionale, ci sono. Questa è la strada da seguire per superare la crisi e rilanciare il settore primario”