21 Marzo 2008
IN VISTA DEL PRANZO PASQUALE FURTI DI AGNELLI DI BASILICATA

La Coldiretti denuncia una serie di furti di interi gruppi di agnelli avvenuti in queste settimane prima del periodo pasquale. L’area interessata è quella dell’Alto Bradano e i paesi maggiormente colpiti sono stati Genzano, Palazzo San Gervasio e Banzi.
«Chiediamo – ha dichiarato il presidente di Coldiretti Basilicata, Rocco Battaglino – una maggiore attività di controllo delle forze dell’ordine particolarmente in questo periodo in cui la carne ovina è componente indispensabile della tradizione alimentare. Il periodo pasquale per l’allevatore ovicaprino è il momento della raccolta ed un furto significherebbe un’intera annata compromessa. Il pericolo dell’abigeato si somma alle già forti pesantezze di mercato nel posizionare i capi ad un prezzo remunerativo almeno delle spese di produzione. Oggi, infatti mediamente, il prezzo per un kg di agnello in campagna (peso vivo) è di 4 a euro e la cifra non ripaga il lavoro degli allevatori che hanno dovuto subire l’aumento dei costi per le materie prime. Rispetto all’anno scorso mentre i prezzi di vendita degli animali sono rimasti invariati quello dei mangimi hanno seguito i livelli del petrolio. Molti allevatori hanno deciso di ridurre i capi da allevare  e c’è chi addirittura ha optato per la chiusura dell’azienda».                                                    
Per le festività pasquali il “made in Basilicata” riferito alla carne di agnello (è stato predisposto anche un denominazione comune oltre al disciplinare di produzione per “l’agnello delle dolomiti lucane) diviene un marchio di garanzia di qualità e salubrità  che consente di concentrare la vendita della maggiore quantità di carne ovina.
L’invito rivolto dalla Coldiretti Basilicata ai consumatori  è quello di preferire carne di agnello prodotta in regione, che garantisce qualità al giusto prezzo. Un modo per evitare di acquistare carne proveniente dall’Est europeo e spacciata come italiana. Spesso la carne ovina è importata dall’estero (si stima circa un milione di agnelli) e poi  viene macellata in Italia. Così, il consumatore ha poche garanzie di ciò che sta acquistando. «Chiediamo – ha continuato Battaglino – che venga introdotto l’obbligo di indicare in etichetta l’origine al pari di quanto è già stato fatto per la carne bovina e quella di pollo per garantire la tracciabilità del prodotto». Sarà possibile acquistare direttamente la carne di agnello da quei produttori che fanno vendita diretta. «Auspichiamo – ha concluso Battaglino – che la proposta di legge regionale  presentata all’assessorato alle Attività produttive sulla vendita diretta, che introduce facilitazioni ai supermercati che riservano il 30% dei propri scaffali alla vendita diretta dei prodotti agricoli, possa essere applicata senza aspettare tempi lunghi».