15 Settembre 2010
INVESTIRE SULLA PROMOZIONE DEL VINO LUCANO

La vendemmia si avvicina e le stime della produzione per l’annata 2010 sono in crescita del 5% rispetto allo scorso anno. Buona anche la qualità. Circa 4.200 ettari la superficie vitata della Basilicata con una produzione prevista di circa 250mila ettolitri di vino. Confortanti sono dati Istat relativi al commercio estero dei primi cinque mesi del 2010. L’esportazione dei vini italiani è cresciuta del 7,8%, un trend positivo che, se confermato, a fine anno potrebbe far sfiorare 3,5 miliardi di euro di fatturato realizzato sui mercati esteri. Un filone ed un trend da saper cogliere anche per il settore vitivinicolo lucano che, nonostante il prestigioso riconoscimento DOCG (Denominazione d’Origine Controllata e Garantita) che ha conquistato l’Aglianico del Vulture, risulta essere ancora in affanno. Il prezzo dell’uva, infatti, si mantiene ancorato ai livelli del 2009 non sufficienti neanche a coprire le spese di produzione. E’ ancora troppo elevato il quantitativo di vino commercializzato in cisterne o direttamente a mosto, quindi senza un reale valore aggiunto.  Le bottiglie di Aglianico del Vulture annualmente vendute sono solo 2,5 milioni, eppure è uno dei vini più conosciuti ed apprezzati nel mondo.
Il viticoltore di Aglianico - ha affermato Teodoro Palermo, responsabile vitivinicolo Coldiretti Basilicata - affinché veda riconosciuto il giusto compenso per il lavoro fatto e le spese di produzione sopportate, dovrebbe poter far riferimento almeno ad un prezzo tra gli 80 ed i 100 € a quintale di uva. Attualmente il prezzo pagato ai produttori è nettamente inferiore. L’obiettivo è l’aumento del quantitativo di Aglianico del Vulture destinato all’imbottigliamento fino a raggiungere i 10 milioni di bottiglie. Questo servirebbe da un lato a far acquistare potere contrattuale agli imprenditori agricoli dall’altro ad aumentare il valore aggiunto di un vino espressione autentica del nostro territorio. Se si concentrasse tutto l’imbottigliamento nei luoghi di produzione, inoltre, si innescherebbe un circuito virtuoso capace di portare reddito a tutta la filiera vitivinicola lucana. Il riconoscimento della DOCG all’Aglianico del Vulture va supportato da un’opera sinergica tra Regione, Enti Locali ed imprenditori vitivinicoli con maggiori investimento nell’attività di promozione nel mondo del nostro vino di punta a cui far legare tutti gli altri vini lucani.”
La vitivinicoltura lucana di qualità può contare su: l’IGT (Indicazione Geografica Tipica) Basilicata, che comprende tutto il territorio regionale, su quattro DOC (Aglianico del Vulture, Matera, Terre dell’Alta Val d’Agri e Grottino di Roccanova) e su una DOCG Aglianico del Vulture, (Superiore  oppure Riserva).