La soluzione alla crisi della bresaola della Valtellina arriva dalla Basilicata. A proporla la Coldiretti Basilicata.
Da oggi le misure restrittive all’importazione di carne bovina dal Brasile, Paese che fornisce alle aziende la materia prima per la produzione di questo prodotto Igt, potrebbero creare problemi all’intero comparto. Il Ministro delle Politiche agricole, Paolo De Castro, scrivendo ai commissari dell’Ue, si è espresso favorevole all’importazione di carne bovina dal sud America, nonostante le preoccupazioni della stessa commissione.
Le Autorità brasiliane, nonostante i richiami, non hanno adottato misure idonee per risolvere i problemi di mancanza di rintracciabilità e di natura sanitaria.
A questo proposito la Coldiretti chiede che vengano applicati con rigore i vincoli introdotti a tutela della salute dall’Unione Europea che prevedono l’ import di carne bovina dal Brasile solo se provenienti da un elenco di allevamenti selezionati.
L’applicazione delle nuove norme dovrebbe ridurre a circa 300 gli allevamenti brasiliani autorizzati alle esportazioni rispetto agli attuali 15mila.
La proposta della Coldiretti lucana è di sostituire la carne bovina proveniente dal Brasile con quella podolica prodotta nelle nostre aree. «Abbiamo dei prodotti di qualità – ha dichiarato Rocco Battaglino, neo-presidente della federazione provinciale – che hanno le stesse caratteristiche di magrezza della carne proveniente dal Brasile. Con questa proposta garantiamo l’uso di prodotti certificati nel rispetto dei consumatori e della qualità immessa sul mercato, favorendo, inoltre, la crescita del comparto zootecnico lucano». In Regione, secondo i dati forniti dall’Associazione provinciale allevatori (APA) sono presenti 316 allevamenti (iscritti al libro Genealogico nazionale) e 17 mila capi di bestiame. Le zone dove vi è maggiore presenza sono il Potentino e precisamente ad Abriola, Calvello, Albano di Lucania, il Volturino, l’Area di Gallipoli Cognato e il Vulture, i Monti Sirino e Raparo e il Pollino.
31 Gennaio 2008
La Coldiretti in difesa del Made in Italy