24 Maggio 2008
Latte: gli accordi non rispettati danneggiano i consumatori

Se gli imprenditori dediti alla coltivazione ortofrutticola non riescono a fare programmazione di impresa per la mancanza dell’acqua, gli allevatori che producono latte bovino restano dipendenti alle oscillazioni e alle scorrettezze dei trasformatori locali che, nonostante firmano accordi di filiera, nella pratica non li rispettano. Dopo tre mesi (2 febbraio), infatti, dalla definizione dell’accordo per il prezzo del latte alla stalla a 0,47 centesimi a litro firmato fra le organizzazioni di categoria, le associazioni degli allevatori di Potenza e Matera, l’assessorato regionale all’Agricoltura e le associazioni dei trasformatori,  si deve prendere atto che tale accordo viene completamente disatteso dai caseifici e latterie della Basilicata.                              
L’accordo fissava il prezzo a 0,47 euro (+ IVA) a partire dal 1° marzo al 31 dicembre 2008 per ogni litro di latte intero e genuino reso refrigerato a temperatura di 4° C alla stalla, come definito dal DPR 54/97.       
Eppure è notizia di alcune settimane fa che a livello nazionale, Potenza sembra essere la città in cui il consumatore deve sborsare il prezzo più elevato per acquistare un litro di latte fresco, nonostante agli allevatori è riconosciuto un pagamento a litro che varia dai 36 ai 42 centesimi di euro e spesso dopo 5 mesi dalla consegna del latte.            
Dalla produzione allo scaffale di vendita un litro di latte si moltiplica per più di quattro volte e, la stessa cosa vale per le mozzarelle, i latticini, i caciocavalli, ecc….
«Non è concepibile - spiega il presidente della Coldiretti Basilicata,  Rocco Battaglino - che la parte industriale-artigianale della filiera latte lucana non abbia come punto di riferimento il consumatore che si sente preso in giro nello scoprire questa inspiegabile moltiplicazione dei prezzi e nel contempo non è nemmeno messo in condizione di avere certezza della provenienza del latte. Assistiamo ad un ampio uso di cagliate provenienti fin’anche dalla Polonia e dalla Lituania che poi diventano “mozzarelle made in Lucania”. Oltre a un necessario rispetto delle parti e degli accordi che si sottoscrivono è indispensabile che anche i prodotti trasformati del latte rispettino la legge 104 del 2004 che obbliga ad etichettature trasparenti in modo da poter leggere l’origine territoriale della materia agricola utilizzata nelle produzioni agroalimentari. Evitare le frodi alimentari significa trasparenza nei confronti dei consumatori e valorizzazione del territorio lucano e dei prodotti tipici della Basilicata».
Secondo la Coldiretti nella forbice dei prezzi tra produzione e consumo ci sono margini sufficienti da recuperare per consentire acquisti sostenibili ai consumatori e garantire un reddito equo agli allevatori evitando la chiusura delle stalle dove si sono verificati aumenti vertiginosi dei costi di allevamento dovuti ai mangimi (+ 22% sulla base dei dati Ismea relativi a marzo 2008) e all’energia.
 
 

LA MOLTIPLICAZIONE DEI PREZZI DAL CAMPO ALLA TAVOLA
 
 
 
 
PRODOTTO                                               ORIGINE                    DETTAGLIO               VARIAZIONI %
CAROTE                                0,25                    1,20                            + 380 %
PANE                                     0,26                     2,7                              + 938 %
LATTE                                    0,41                   1,60                            + 290 %
FONTE: Elaborazioni Coldiretti su dati Sms consumatori