15 Marzo 2008
L’OCM VINO E IL FUTURO DELLA VITICOLTURA LUCANA

Si è svolto a Venosa, nella sala del Trono del castello Pirro del Balzo il seminario “La viticoltura lucana e la nuova riforma Ocm vino: proposte in campo”, organizzato dalla Coldiretti Basilicata in collaborazione con la Camera di Commercio di Potenza.
Operatori ed enologi del settore vitivinicolo hanno approfondito le novità introdotte dalla nuova normativa per il settore e analizzato gli scenari futuri.
Ha aperto i lavori il direttore della Coldiretti Basilicata, Giuseppe Brillante. Nell’illustrare la riforma dell’OCM (Organizzazione comune di mercato) vino, il responsabile settore vitivinicolo Confederazione Nazionale Coldiretti, Domenico Bosco, ha sottolineato come questa non renda giustizia alla viticoltura italiana, rappresentando un’altra grave sconfitta a livello europeo. «Il compromesso raggiunto - ha spiegato Bosco - a differenza del testo di luglio, mette in discussione la centralità e la vocazione dei territori poiché prevede la reintroduzione della pratica dello zuccheraggio (rigettandone l’obbligo di etichettatura a danno dei consumatori) che permette ai produttori di uva e mosti di zone meno vocate come Nord ed Est Europa, di utilizzare “lo zucchero al posto del sole”. In sostanza - ha concluso Bosco - vari aspetti della riforma, prevedono profondi cambiamenti dello scenario vitivinicolo europeo, ponendo in vantaggio competitivo i Paesi neocomunitari, in particolare quelli dell’Est, grazie proprio allo zuccheraggio, ai minori costi di produzione, alla liberalizzazione degli impianti dal 2015 e alla possibilità di produrre vini varietali senza legame con il territorio di produzione».
Oltre agli aspetti normativi, sono stati evidenziati le potenzialità di un settore vitivinicolo che vanno dalla semplice commercializzazione del prodotto al suo impiego per  le qualità salutistiche e volano per lo sviluppo del comparto turistico ed enogastronomico del territorio.  
Punto nodale della riforma, le dotazioni finanziarie nazionali che ciascun paese membro dovrà gestire non solo per la promozione dei propri vini sui mercati dei paesi terzi, ma anche per la ristrutturazione e riconversione dei vigneti, per gli ammodernamenti della catena produttiva, per la cosiddetta vendemmia verde, per i fondi di mutualizzazione e l’assicurazione del raccolto. Una parte di queste somme, fino ad un massimo del 20%, potranno, inoltre, essere impiegate per la distillazione di crisi che verrà progressivamente ridotta fino al termine della campagna 2011/12. Altre novità: la protezione dell’ambiente e la salvaguardia delle qualità tradizionali, la semplificazione delle norme di etichettatura, l’introduzione del pagamento unico per azienda, l’estirpazione volontaria.
Il presidente di Coldiretti Basilicata, Rocco Battaglino, ha posto l’accento sulla valenza del legame tra territorio e produzione vitivinicola, un aspetto che riveste nell’ambito dei flussi turistici, sempre più attenti alla scoperta di un territorio nella sua completezza: gastronomia, paesaggistica, tradizionale, storica e culturale.
«Eliminare la pratica dello zuccheraggio – ha affermato Battaglino – significa innanzi tutto avere al livello europeo un’unica definizione di vino, quale prodotto agricolo interamente ottenuto dall’uva».