13 Ottobre 2008
MOBILITAZIONE TERRITORIALE DELLE IMPRESE CEREALICOLE

Una settimana intensa di incontri territoriali prima di una grande mobilitazione programmata dalla Coldiretti Basilicata per il prossimo 20 ottobre. Aumentano i prezzi di pane e pasta, ma quello del grano diminuisce addirittura del 40%. Sarà la forbice dei prezzi l’argomento in discussione nei tre appuntamenti. Si inizia domani da Genzano di Lucania (ore 18.30 presso Auditorium) per coinvolgere le imprese dell’Alto Bradano (Genzano, Irsina, Oppido, Palazzo San Gervasio, San Chirico, ecc….), per proseguire martedì a Ferrandina (ore 18,30  presso la Sala convegni del convento di Santa Chiara) per radunare gli associati delle colline del Sauro (Pisticci, Stigliano, Rotondella, Bernalda, Policoro, Scanzano..….) e poi giovedì 16 a Melfi (ore 18.30 presso la sala consiliare del comune) per coinvolgere l’area del Vulture (Melfi, Venosa, Lavello,……..). Lunedì 20, invece, a Matera in piazza Vittorio Veneto è prevista la manifestazione regionale. Un sit in di protesta degli imprenditori agricoli cerealicoli di Basilicata.
«Gli attuali prezzi del grano – ha detto Rocco Battaglino, presidente Coldiretti Basilicata -  oltre a mettere in profonda crisi profonda i bilanci delle imprese agricole  cerealicole non offrono sicuramente certezze e possibilità di programmazione per le prossime semine. D’altra parte, i consumatori sono chiamati sempre ad un vero salasso al momento dell’acquisto dei generi alimentari: pane, pasta e prodotti da forno. Per questa motivazione vogliamo fare una forte mobilitazione sul territorio che oltre a coinvolgere i nostri produttori sappia informare i singoli cittadini che una filiera che non rispetta la produzione primaria nega il rapporto con il territorio e quindi diventa solo speculazione nei confronti della società e rapina nei confronti dei consumatori». 
«A favorire la crescita dei prezzi al consumo nell'agroalimentare sono - denuncia l’organizzazione di categoria - soprattutto le distorsioni e i troppi passaggi esistenti nel percorso dei prodotti dal campo alla tavola durante il quale i prezzi moltiplicano e i centesimi si trasformano in euro. Per ogni euro speso dai consumatori in alimenti ben  60 centesimi - continua la Coldiretti - vanno alla distribuzione commerciale, 23 all'industria alimentare e solo 17 centesimi agli agricoltori che devono affrontare i costi crescenti delle materie prime e dell'energia. Il danno generato da questa situazione per il mondo agricolo è quindi - precisa la Coldiretti - duplice perché da una parte si verifica un calo dei consumi che riduce le potenzialità produttive delle imprese e dall'altro non consente una adeguata remunerazione del prodotto agricolo che, in tanti casi, non copre i costi vivi di produzione, anch'essi peraltro in costante e non controllata crescita».