8 Settembre 2008
NO ALLA CARNE CLONATA SULLE NOSTRE TAVOLE

La notizia che alcuni alimenti come latte, formaggi e carne provenienti dalla prole di animali clonati sono già entrati nella catena alimentare statunitense e che potrebbero arrivare anche in Europa pone la necessità di introdurre norme sul commercio internazionale per impedire che questa allucinante realtà arrivi sulle tavole dei consumatori comunitari.
<Rocco Battaglino. Bisogna difendere il lavoro delle nostre aziende agricole che con impegno e sacrifici garantisco prodotti di eccellenza. Non possiamo permettere che sulle nostre tavole arrivino prodotti clonati o che si consumino prodotti low cost. I tanti allevatori lucani, penso a quelli che allevano bovini di razza podalica e, che hanno scelto la qualità, la certificazione e la rintracciabilità, dovrebbero confrontarsi sul mercato con bistecche provenienti da manipolazioni genetiche e strumenti tecnologici contrari alla naturalità ed al territorio. Così si modificano le abitudini delle famiglie di fare la spesa e anche quelle alimentari>>.
Dopo oltre undici anni dalla scoperta della pecora Dolly, pubblicata sulla rivista “Nature” del febbraio 1997, la clonazione, riferisce la Coldiretti, riguarda oggi già molti animali da allevamento dalle pecore ai maiali, dai tori ai cavalli, con sperimentazioni effettuate anche in Italia con il toro Galileo, la cavalla Prometea e anche con un muflone selvatico.
Il Parlamento europeo, nei giorni scorsi, è corso ai ripari ed ha approvato una dura risoluzione  invitando la Commissione ad emanare un Regolamento per vietare su tutta la linea la clonazione a fini alimentari.
Nel testo della risoluzione del Parlamento si chiede infatti - riferisce la Coldiretti - di proibire ''la clonazione di animali a scopi di approvvigionamento alimentare'', di vietare ''l'allevamento di animali clonati o della loro progenie'', di interdire ''l'immissione in commercio di carne o prodotti lattieri ottenuti da animali clonati'' e dai loro discendenti e, infine, di vietare anche ''l'importazione di carni, latte, derivati, seme ed embrioni di animali clonati”.
La commercializzazione di carne, latte e formaggi proveniente da animali clonati è - conclude la Coldiretti - un rischio inaccettabile che pone un problema di scelta consapevole da parte dei consumatori e di rispetto della biodiversità.