11 Settembre 2010
NUOVA PAC: INTERVISTA AL PRESIDENTE REGIONALE PIERGIORGIO QUARTO

Presidente Quarto quali sono le finalità del Convegno sulla PAC organizzato da Coldiretti?
Entro fine anno le istituzioni della Unione Europea dovranno decidere che fare e quale budget finanziario assegnare al futuro dell’agricoltura del mondo occidentale. Coldiretti vorrà essere  attore e non semplice comparsa ai tavoli di discussione. Per questo motivo, forti della validità delle proposte e delle strategie messe a punto insieme al Gruppo di Studi Coldiretti, abbiamo deciso di confrontarci con studiosi del settore, addetti ai lavori e politici nazionali per trovare sinergie atte a far crescere il settore Agricolo.
Com’è cambiata la PAC dagli anni ottanta ad oggi?
Sostanzialmente è diminuita la percentuale di spesa a sostegno dell’agricoltura  e sono aumentate le regole che la U.E.  impone al sistema agricolo.  Basti pensare che il sostegno al settore primario, nel 1985 era pari al 75% della spesa della Comunità Europea. Negli anni è andato assottigliandosi e nel 2013 sarà pari al 40% . Nel frattempo i Paesi utilizzatori sono divenuti 27.
E a livello normativo?
La regolamentazione a sostegno dell’agricoltura è passata da un intervento per la regolamentazione dei mercati con la garanzia di un prezzo minimo di intervento, al pagamento unico aziendale con il disaccoppiamento totale dalle produzioni oggetto di sostegno. In pratica l’Unione Europea riconosce al produttore agricolo un incentivo a fronte di una serie di impegni che lo stesso produttore è tenuto a rispettare, la cosiddetta condizionalità.
Lei ha appena citato la condizionalità. Ma cosa prevede nello specifico?
È un tema fondamentale dell’attuale PAC poiché contiene tutta una serie di obblighi in capo al produttore agricolo che così diviene operatore di azioni ritenute socialmente importanti come la sicurezza alimentare, la tutela ambientale e il benessere animale.
In termini di cifre, cosa rappresenta la PAC per la regione Basilicata?
Dei 55 miliardi di Euro annui  stanziati dalla U.E. per la PAC, alla sola Regione Basilicata vengono riconosciuti :
-          120 milioni di euro annui destinati agli oltre 50mila produttori agricoli per la cosiddetta Domanda Unica
-          30 milioni di euro per i pagamenti diretti del II Pilastro (biologico, integrata, forestazione e ritiro ventennale) ed inoltre i finanziamenti  a supporto delle misure previste nel PSR.
Più che di cifre, però, ci tengo a sottolineare che la PAC per la Basilicata ha un valore “sociale”.
Cosa intende?
Intendo dire che senza il sostegno comunitario, visti gli attuali livelli dei mercati, non si riuscirebbe a garantire la presenza dell’uomo in aree svantaggiate di montagna né si potrebbero mantenere bassi i prezzi dei prodotti per i consumatori europei.
A chi si scaglia contro i finanziamenti a pioggia dati all’agricoltura cosa risponde?
Rispondo che il sostegno dato all’agricoltura non può essere considerato solo un elemento estraneo o indipendente alla stessa impresa agricola. È necessario che questo sia orientato a sostenere le vere imprese agricole meritevoli, capaci di dimostrare coi fatti di dare occupazione nelle aree rurali come la Basilicata, di assicurare sicurezza alimentare ai consumatori, di preservare la biodiversità e di occuparsi della manutenzione del territorio. Tutte azioni positive che già oggi vengono svolte dalle aziende agricole. Senza l’aiuto comunitario, gli imprenditori agricoli non potrebbero più garantire la loro presenza sul territorio visto che oggi le imprese agricole devono competere con una concorrenza sleale proveniente non solo dai Paesi emergenti.
A proposito dei 55 miliardi di spesa prevista dall’attuale PAC, a livello comunitario è acceso il dibattito per la proposta portata avanti da alcuni Stati Membri di diminuire drasticamente il budget della PAC 2014-2020 perché troppo alto. Coldiretti come risponde a questa provocazione?
La quantità della spesa prevista attualmente dalla PAC non deve essere in alcun modo toccata. Bene stanno facendo Paesi come la Francia e la Germania che hanno stretto un’intesa da far valere sui tavoli comunitari. Coldiretti sollecita il nostro Governo a non essere spettatore per evitare che l’agricoltura venga saccheggiata dirottando gli aiuti comunitari su altri settori sponsorizzati dalle lobby finanziarie. Perché è questo che alcuni Stati Membri, in primis la Gran Bretagna, stanno cercando di fare a danno degli agricoltori e dei consumatori.
Ricordo che, per quanto sia vero che la spesa della Pac assorba oggi il 46% del bilancio europeo, è anche vero che è l’unica politica a sostegno dell’Agricoltura. Infatti, rispetto al PIL (prodotto interno Lordo) e alla totale spesa pubblica dei paesi U.E. rappresenta solo lo 0,43%. Una cifra irrisoria se si considera che tutti gli altri settori rappresentano in termini di spesa pubblica circa il 50% del PIL.
Quindi quali sono le aspettative di Coldiretti per la Nuova PAC?
In primis che l’attuale Budget resti almeno invariato fino al 2020.
È ovvio, però, che debba essere meglio qualificato e riservato ai “veri imprenditori agricoli”. Anche il disaccoppiamento e il Pagamento Unico Aziendale devono essere confermati ed  ampliati, integrando con manovre più efficaci l’articolo 69, che, ricordo, prevede il sostegno del settore agricolo in caso di Crisi di Mercato o calamità naturali.
Inoltre ci aspettiamo una vera semplificazione della PAC, con una sburocratizzazione del sistema e una maggiore celerità nell’erogazione dei contributi alle imprese agricole.
I problemi che gli agricoltori sperimentano sono legati all’estrema volatilità dei prezzi e fortemente dovuti alla posizione debole che oggi hanno all’interno della filiera alimentare.
Pertanto, rafforzare la posizione dell’agricoltura nella filiera deve essere una priorità della Pac post 2013.  Di capitale importanza per la Nuova PAC, sarà mettere a punto sinergie capaci di favorire un’agricoltura sostenibile sotto il profilo ambientale e sociale, incentivando le produzioni delle aree rurali, privilegiando i veri imprenditori agricoli, puntando sulla filiera corta e ridando potere contrattuale all’agricoltura. Non dobbiamo per nessun motivo dimenticare che gli agricoltori sono produttori di cibo e non di commodities e che è diritto dei consumatori sapere se ciò che mangiano è  sano, controllato e al giusto prezzo.
Visto che i P.S.R. finanziati con le risorse del secondo pilastro chiamano in causa le amministrazioni territoriali, Coldiretti cosa chiede agli organi governativi regionali?
Che sappiano esprimere qualità di programmazione, trovando gli strumenti giusti per orientare la spesa con manovre efficaci e rispondenti alle reali esigenze delle imprese agricole lucane.  Ripeto, la sburocratizzazione e la velocizzazione dei pagamenti, è di vitale importanza per la crescita delle imprese agricole. Non devono per nessun motivo verificarsi i ritardi di Arbea, organismo regionale preposto al pagamento  e rispetto al quale non c’è ancora una definizione del suo ruolo futuro.
Lo stesso vale per la spesa sulle misure di investimento previste dal PSR. La Basilicata nonostante l’accelerazione degli ultimi tempi rischia il disimpegno automatico di 33milioni di euro che se non vengono assegnati entro il 31 dicembre 2010 fanno perdere al sistema agricolo lucano investimenti per oltre 100milioni. Credo che proprio l’agricoltura della Basilicata questo non se lo possa permettere.