L’annoso problema dei danni provocati dalla fauna selvatica, soprattutto cinghiali ma anche altre specie come i canidi, ecc., è stato al centro del dibattito dell’assemblea tenutasi nei giorni scorsi presso la sede della Coldiretti di Basilicata a Potenza.
La questione, ormai una priorità per il settore agricolo, non ha avuto ancora soluzione, nonostante sia stata tentata una revisione della legge nazionale sulla caccia, ma è mancato un confronto a livello parlamentare sulla riforma della legge 157/1991 da molti invocata. Lo stesso sta accadendo a livello regionale: si aspetta ancora il Piano Faunistico Venatorio. A questo si aggiunge un altro problema, vissuto dagli imprenditori le cui aziende ricadono nell’Ambito di Caccia n. 2 e che allevano lepri per ripopolamento. Gli ATC sono in una fase di rinnovo degli organi sociali, e l’ATC n. 2 ha subordinato le azioni di ripopolamento ai rinnovi, rallentando il tutto, mentre gli ATC 1 e 3 hanno deciso di procedere prescindendo dai rinnovi.
Gli allevatori così non si vedono riconosciuto il proprio ruolo e le conseguenze sono negative anche per gli animali allevati in recinti, in fase di riproduzione e con spazi non sufficienti ad ospitare un numero superiore di capi.
L’assemblea quindi ha chiesto un rapido sblocco dei ripopolamenti, un immediato risarcimento dei danni e la riapertura di un confronto tra associazioni venatorie, ambientaliste e Istituzioni per individuare un percorso normativo, anche indipendentemente dalla riforma della legge, che possa risolvere tale problema. La Coldiretti di Potenza invierà una lettera al Presidente della Provincia e all’assessore al ramo per definire tali criticità. È evidente che solo una ripresa del lavoro di concertazione può garantire una gestione dell’attività venatoria più sostenibile, a partire da un nuovo ruolo degli ATC, rispettoso della rappresentatività territoriale, da finanziamenti ed interventi incisivi per dare risposte concrete al problema dei risarcimenti per i danni causati alle aziende agricole dagli animali selvatici e da un rapporto più corretto tra le rappresentanze ambientaliste, venatorie ed agricole con le Istituzioni.
16 Marzo 2013
ORMAI INSOSTENIBILI I DANNI DA FAUNA SELVATICA ALLE AZIENDE AGRICOLE: BISOGNA TROVARE LE SOLUZIONI